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Immagine del redattoreSerena C.

Frutto della discussione dopo il documentario “Project China”

Aggiornamento: 6 mar 2021

Ognuno di noi ha sicuramente radicata in sé la propria visione della Cina odierna, ma per riprodurre un’immagine che sia il più fedele possibile è stato fondamentale l’apporto di questo documentario.




Man mano che seguivamo il corso del documentario, abbiamo anche noi effettuato un viaggio nella terra al centro del mondo (中国). A partire dagli ambiti citati ed indagati nel film, abbiamo provato a ricostruire i preziosi insegnamenti trasmessici, come per esempio: la visione della collettività che contrasta quella dell’individualità. Ci sono stati utili anche gli approfondimenti studiati con la nostra insegnante di cinese su 鲁迅 e sul suo “狂人日记” (questo scrittore sottolinea il cannibalismo presente nella società cinese che investe “l’io” per fare spazio ad un “noi”.)


Ciò che colpisce è che il “noi” su cui fa perno la Cina è il considerarsi come singole parti di un unico tutto, utilizzando i sacrifici personali per il progresso dell’intera nazione. Puntando su ciò, la Cina si è pianificata di ritornare ad avere quel predominio e quell’influenza antecedenti al periodo della vergogna (caratterizzato dalle Guerre dell’oppio e dalle Guerre sino-giapponesi).

I cinesi vorrebbero riappropriarsi del ruolo di spicco che oggi rivestono gli Stati Uniti d’America e che, un tempo, era il loro. Tra i loro futuri scopi si ritrova anche quello del soft power (l’esportazione dei propri valori nel resto del mondo), un’operazione già avviata tramite i tanti traguardi lungimiranti che si sono proposti di raggiungere per combattere il cambiamento climatico. La civiltà e la cultura del nostro paese è influenzata molto dalla cultura americana che si è imposta, sin dal secondo dopo guerra, grazie ai mezzi di comunicazione di massa, mentre la Cina è sempre rimasta esclusa da ciò.


Oggi forse anche questo rappresenta l’orizzonte futuro su cui i cinesi stanno lavorando investendo nella loro istruzione (tramite lo studio della politica già da piccoli a scuola) e formandosi come piccoli pezzi di un unico grande puzzle. Sicuramente il loro punto di forza consiste proprio in questo: nell’avere diverse sfumature dello stesso mare, diversi partiti che combattono per uno stesso fine cercando di ottenere, ad esempio, maggiori libertà e permessi. Tutto ciò risulta, però, difficile da concepire per gli stessi cinesi, in quanto il loro paese è fortemente basato sugli ideali del confucianesimo e sull’obbedienza gerarchica prima di tutto a livello familiare per poi estendersi anche nei confronti del sovrano. In conclusione la metafora del treno in corsa, utilizzata per esprimere l’andamento veloce e unidirezionale della Cina, credo funzioni alla perfezione.


A noi non resta che goderci il dolce soffio del vento creato dal passaggio dello spedito mezzo.


Serena C. - Una alunna della 5°A del Liceo linguistico Francesco De Sanctis di Trani (BT)


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